Quante volte ci troviamo di fronte al progetto di un intervento di consolidamento statico di solai esistenti sottoposti a variazioni di destinazione d’uso? Vogliamo condividere alcune nostre considerazioni.
Tutte le strutture esistenti sono sottoposte ad uno stato tensionale funzione dei carichi permanenti. Un’ ipotetico intervento di consolidamento, se non prevede la messa in forza del solaio, deve tenere conto di questo.
Allora come dimensionare correttamente l’intervento?
Quello che siamo soliti proporre è un’analisi per fasi, progettare l’intervento, che sia esso l’installazione di un rompitratta o la realizzazione di una nuova fascia piena su di un solaio in latero-cemento, a partire da una condizione deformata della struttura esistente. L’intervento, per tale motivo, non dovrà essere dimensionato esclusivamente in funzione dei nuovi carichi aggiuntivi, quanto in termini di rigidezza. Tanto più grande sarà l’inerzia del profilo inserito tanto maggiore sarà il vantaggio risentito dalle strutture esistenti. Perché tutto questo? Progettare trascurando la congruenza delle deformazioni e solo secondo valutazioni di equilibrio statico potrebbe portare a sottostimare l’intervento.

Figura 1: Installazione di un rompitratta in acciaio su solai esistenti in putrelle e tavelloni: modello FEM, deformata e stato tensionale

Figura 2: Installazione di un rompitratta in acciaio su soletta piena in c.a. esistente: fasi di modellatone e confronto delle deformate caratterizzanti lo stato di fatto e lo stato di progetto.

Figura 1: Realizzazione nuova fascia piane su solai esistenti in latero-cemento: deformata ante e post-intervento e andamento delle tensioni tangenziali dovute al taglio